Hai deciso di realizzare un portale internet e hai seguito le regole di base: hosting, dominio, CMS (nella maggior parte dei casi WordPress) e tanta competenza da dedicare alla SEO, alla struttura delle pagine, al menu di navigazione e all’usabilità. Tutto è online ma perché il sito web non mi dà risultati preventivati?
Perché le persone non trovano il sito su Google? Magari arrivano anche sulle pagine del dominio ma non ci sono conversioni utili al tuo obiettivo.
Perché avviene tutto questo? Quali sono le cause che portano il tuo progetto a fallire o comunque a dubitare dei progressi fino mettere in discussione la tua attività online? Ecco 7 cause da valutare con cura prima di arrenderti.
Non c’è una strategia SEO utile
Perché il sito web non dà risultati? Forse si posiziona male per le keyword che ti interessano veramente. E che possono essere conquistate con il budget a disposizione. Purtroppo c’è una cultura errata rispetto al tema del ranking.
Su Google si tende a pensare solo all’aumento delle visite. Si tratta di un’attitudine vanitosa e non protesa al risultato finale, vale a dire la monetizzazione.
I professionisti della SEO sanno che questo è uno strumento per raggiungere un fine, non lo scopo: chi pagherebbe un budget immenso per posizionarsi su Google per una query che non porta risultati? Meglio puntare su query meno competitive e di nicchia. Ma questo può avvenire solo se c’è una strategia SEO adeguata.
Da leggere: come fare SEO per ecommerce
O meglio, si usano solo per promuovere a gran voce ciò che fa comodo al tuo desiderio di vendere di più. Tutto questo ignorando un punto: i social servono a creare community, a fare conversazione. Lo dice anche il Cluetrain Manifesto:
I mercati sono conversazioni.
E i social sono dedicati proprio a questo. Non a caso c’è un modello molto interessante che promuove un metodo interessante per gestire il calendario editoriale di un canale: parliamo della Golden Ratio 60/30/10. Ovvero?
La maggior parte degli aggiornamenti social deve essere legato a ciò che trovi online per dare valore all’utente, il 30% può essere un contenuto che crei personalmente (ad esempio sul blog) e il 10% riguarda la promozione.
Hai sbagliato a definire il tuoi target
Un vero problema che riguarda le basi della strategia di marketing. Puoi creare i migliori contenuti del mondo e lanciare pagine web veloci, performanti, curate in ogni dettaglio. Ma se non c’è attenzione alla definizione del target è inutile.
Perché tutto diventa secondario. Anzi, possiamo dire che è semplicemente inefficace. E il tuo sito web non dà risultati se parli alle persone sbagliate.
Non c’è attenzione alle landing page
Dove avvengono le conversioni? Sulle pagine di atterraggio, quelle che accolgono l’utente e lo spingono ad acquistare per dare al tuo business ciò che serve.
Vale a dire nuovi clienti. Però non puoi trattare una landing page come una risorsa qualsiasi, devi creare un titolo in grado di attirare subito l’attenzione e una serie di elementi del body copy che fanno riferimento al persuasive copywriting.
Magari devi aggiungere anche un hero shot, una foto del prodotto nel momento in cui svolge la sua funzione. Se possibile, puoi inserire un video esplicativo o una serie di testimonial per portare avanti il tuo progetto: trasformare i lettori in lead.
Vale a dire potenziali contatti da trasformare in prospect e infine in clienti. Perché il sito web non mi dà risultati? Forse tutto questo è stato ignorato.
L’usabilità non è centrale nel progetto
Oggi è sempre più importante avere un sito che è stato pensato per rispettare l’user experience. Vale a dire l’esperienza utente. In primo luogo devi curare la velocità: un sito web di design, bello da vedere, deve essere anche facile da navigare e con pagine web capaci di rispondere immediatamente all’utente.
Sai cosa significa questo per un ecommerce? Aumentare i potenziali profitti. Ovviamente maggiore è la velocità e superiori sono le possibilità di mantenere il pubblico sul sito e aumentare le conversioni. Questa riflessione riguarda anche la navigabilità e la capacità di ottimizzare il microcopy. Ovvero i contenuti brevi.
Come, ad esempio, i titoli delle pagine, le descrizioni e i testi delle etichette di navigazione. A volte basta un dettaglio per rendere il tuo sito web più semplice da navigare. E questo per un ecommerce significa rinunciare o meno a vendere.
C’è assenza dell’advertising adeguato
Uno dei principali motivi che ti spingono a ragionare sull’efficacia del tuo operato: non ci sono acquisti. O magari conversioni. Non riesci a trovare nuovi clienti online. Questo può essere un problema in tutti i casi, per un ecommerce e per il sito web di un libero professionista. Ecco l’opinione di Henry Ford sul tema:
Smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è come fermare l’orologio per risparmiare tempo.
Ma perché questo avviene? Spesso la causa è nell’investimento. Avere un sito professionale online è il primo passo ma poi bisogna agire sull’ADV che può avere formule differenti, dai social alla serp su Google ci sono mille modi per creare annunci. Sia in forma di native advertising che di influencer marketing.
Chi decide il modo di procedere? La persona (o lo staff) che si occupa della strategia digitale. Un punto è chiaro: non puoi improvvisare su questo passaggio.
Da leggere: meglio aprire un blog o un sito web?
Non c’è l’analisi approfondita dei dati
Un vero problema. Quando vuoi ottimizzare il sito web devi partire da un approccio data driven. Ciò significa non improvvisare, ma farsi guidare da ciò che si registra. Per ottenere questo vantaggio bisogna raccogliere i numeri giusti e leggerli con la giusta attenzione e con una prospettiva adeguata.
Questo ti aiuta a capire se stai sbagliando o meno e come correggere gli errori. Ma per farlo in modo chiaro e senza errori bisogna contattare persone giuste, con un team dedicato al web analytics e al processo di ottimizzazione.